La teoria della Ciambella

Teoria economica rivoluzionaria di Kate Raworth, ha lo scopo di raggiungere lo sviluppo economico senza danneggiare la Terra; in equilibrio tra bisogni umani essenziali e limiti planetari.

Kate Raworth è un'economista inglese che lavora per l'Università di Oxford e per l'Università di Cambridge. Laureata in Politica, filosofia ed economia con il massimo dei voti presso l'Università di Oxford e un master in Economia dello sviluppo. Ha lavorato per più di 20 anni per le Nazioni Unite e Oxfam, è attualmente Senior Research Associate, tutor e membro del comitato consultivo dell'Environmental Change Institute dell'Università di Oxford e Senior Associate presso il Cambridge Institute for Sustainability Leadership.

Raworth, per spiegare la teoria della CIambella nel suo libro, ricostruisce la storia delle teorie che stanno alla base dell’attuale paradigma economico, ne evidenzia i presupposti nascosti e con grande sagacia li smonta pezzo per pezzo. (Per approfondire: L'economia della ciambella, Edizioni Ambiente, 2017).

Questa teoria è tradotta e studiata in più di 20 lingue, ma in cosa consiste questo modello?

Il modello si basa su un doppio approccio, sia economico che sociale, e individua due confini: un confine interno che riguarda le dimensioni sociali inner boundary o base sociale ed un confine esterno, relativo ai limiti ambientali outer boundary o tetto ambientale.

Tra questi due confini si estende un'area chiamata Spazio Operativo Sicuro per l’umanità in cui è possibile uno sviluppo sostenibile.

Il modello interno base sociale ha 12 indicatori: acqua, cibo, salute, istruzione, lavoro, giustizia, diritto di espressione, equità sociale, equità di genere, abitazione, network ed energia.

L’anello esterno: tetto ecologico ha 9 indicatori: cambiamenti climatici, acidificazioni degli oceani, inquinamento chimico, ciclo dell’ozono e del fosforo, consumo di acqua dolce, cambiamento ed uso del suolo, perdita di biodiversità, carico di aereosol atmosferico e riduzione dello stato di ozono. Purtroppo, solo l’ozono, gli aerosol atmosferici e l’acidificazione dell’oceano sono per il momento sotto controllo. Gli altri 6 parametri sono ormai tutti in zona a rischio, con la biodiversità che si trova nella peggiore situazione. Insomma, al controllo medico, il povero pianeta Terra risulta in pessime condizioni e rischia di subire tutta una serie di crisi irreparabili.

Raworth teorizza che tutto ciò che porta ad una crescita smisurata porta ad uno sforamento dei bordi esterni della ciambella e distrugge l’ambiente e il pianeta, tutto ciò che porta a sforare i bordi interni, determina disuguaglianze sociali, distrugge l’uomo.

“Unico spazio sicuro è quello all’interno della ciambella, ovvero in equilibrio”.

La teoria della ciambella suggerisce un modello in grado di soddisfare i bisogni interni, quelli sociale validi per tutti noi, senza però distruggere il pianeta, entro cioè i suoi limiti ecologici che non vanno mai superati. Ovvero quello di trovare un equilibrio tra crescita economica e sostenibilità ambientale.

Ma perché è così innovativa questa teoria?

Questa teoria supera come unico indicatore di crescita il PIL, ma riconosce una vasta gamma di indicatori ambientali e sociali che non stiamo considerando oggi giorno quando parliamo di crescita economica.

Inoltre sfida la teoria della crescita infinita, riconosce ché la crescita economica non può essere infinita su un pianeta finito. Propone un approccio stazionario se non decrescente in alcuni settori.

La teoria della ciambella non è rimasta solo una “teoria”, ha ispirato numerosi progetti in tutto il mondo. Da città che si impegnano a diventare ciambelle viventi. A imprese che adottano business più sostenibili.

Di seguito alcuni esempi, le città che stanno applicando o sperimentando la teoria della ciambella:

Amsterdam (Paesi Bassi). Pioniera nell'adozione della teoria della ciambella (2020) è la prima città al mondo a integrare formalmente la Teoria della Ciambella come base per le sue politiche di sviluppo sostenibile. Creare un'economia circolare che riduca i rifiuti e massimizzi il riutilizzo dei materiali.

Ridurre le emissioni di gas serra e promuovere energia rinnovabile. Affrontare problemi sociali come la povertà, la disoccupazione e l'accesso equo ai servizi.

Copenaghen (Danimarca). Famosa per la sua sostenibilità ambientale: Sebbene non abbia adottato formalmente la Teoria della Ciambella, si ispira ai suoi principi per raggiungere la neutralità carbonica entro il 2025. La città lavora per creare un equilibrio tra equità sociale, economia verde e infrastrutture sostenibili, in linea con i concetti della "ciambella".

Altre sono: Bruxelles (Belgio), Melbourne (Australia).

Oxford (Regno Unito) la città di Oxford, dove Kate Raworth è residente, ha avviato discussioni e progetti con l’obiettivo di affrontare le disuguaglianze socio-economiche della città, migliorando al contempo la sostenibilità ambientale con pratiche di economia circolare.

Anche molte aziende si ispirano o adottano i principi della Teoria della Ciambella, tra le più famose:

Unilever, settore: beni di consumo (alimentari, prodotti per l'igiene, detergenti).

Patagonia , settore: abbigliamento outdoor. Interface settore: produzione di pavimenti e moquette commerciali.

Tony's Chocolonely settore: alimentare (cioccolato).Oatly Settore, settore: bevande vegetali (latte d'avena).

IKEA settore: arredamento.

Concludendo:

L’economia della ciambella non rimette in questione l’ordinamento economico e politico corrente si pone come una bussola per orientare scelte economiche, sociali e imprenditoriali volte a contribuire alla creazione di una società più giusta ed un’economia inclusiva, rigenerativa e redistributiva.

Perché COLLABORAZIONE è più forte di COMPETIZIONE!

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