Inflazione: cosa significa?
L’inflazione è come una tassa
Nell’ultimo periodo l’inflazione è tornata ad essere un argomento in primo piano.
Nelle economie di mercato i prezzi di beni e servizi possono subire variazioni in qualsiasi momento: alcuni aumentano, altri diminuiscono. Si parla di inflazione quando si registra un rincaro di ampia portata, che non si limita a singole voci di spesa. In seguito a tale fenomeno un’unità di moneta (ad esempio 1 euro) consente di acquistare una minore quantità di beni e servizi; in altre parole il valore reale dell’unità di moneta viene svalutato, cioè risulta inferiore rispetto al passato.
L’inflazione è un effetto, non una causa degli aumenti: è soltanto il calcolo della variazione di prezzo dei beni.
Facciamoci aiutare da Topolino a capirne il significato.
Una copia del settimanale nell’aprile 1949 costava 60 lire. Una copia ad aprile 2021 3,00 € (5809 lire)
Quello che posso acquistare oggi con 3 euro è di molto inferiore a quello che avrei fatto con la stessa quantità di denaro (rapportati in lire ovviamente) 72 anni fa. E varranno sempre meno ogni anno che passa.
Come si misura l’inflazione?
L’inflazione si misura attraverso la costruzione di un indice sulla base dei prezzi di un insieme, denominato paniere, di beni e servizi, rappresentativo dei consumi delle famiglie, che prende il nome di indice dei prezzi al consumo. Nel paniere dei prezzi al consumo dell’ISTAT sono presenti per esempio, con diversi pesi relativi, i prezzi dei prodotti e servizi: di abbigliamento e calzature, prodotti alimentari, servizi sanitari, trasporti, elettricità, acqua e così via.
In Italia è l’Istituto nazionale di statistica (ISTAT) che calcola l’indice.
In particolare, l’ISTAT elabora tre indici principali dei prezzi al consumo:
- L’indice dei prezzi al consumo Nazionale per l’Intera Collettività (NIC) che misura la variazione nel tempo dei prezzi di beni e servizi acquistati sul mercato per i consumi finali individuali, in altre parole considera l’Italia come se fosse un’unica grande famiglia di consumatori, all’interno della quale ci sono abitudini di spesa diverse. Per gli organi di governo il NIC rappresenta il parametro di riferimento per la realizzazione di politiche economiche.
- L’indice dei prezzi al consumo per le Famiglie di Operai e Impiegati (FOI): calcola la variazione nel tempo dei prezzi al dettaglio, dei beni e servizi correntemente acquistati dalle famiglie di lavoratori dipendenti; è l’indice usato per adeguare periodicamente valori come gli affitti e gli assegni per il mantenimento del coniuge separato.
- L’Indice armonizzato dei prezzi al consumo (IPCA, in inglese l’acronimo è HICP ossia Harmonised Index of Consumer Prices) sviluppato per assicurare una misura dell’inflazione comparabile a livello europeo. A differenza degli indici NIC e FOI, l’indice IPCA si riferisce al prezzo effettivamente pagato dal consumatore ed esclude alcune voci presenti nel paniere degli altri due indici tenendo conto anche delle riduzioni temporanee di prezzo (come saldi, sconti e promozioni). Viene assunto come indicatore per verificare la convergenza delle economie dei Paesi membri dell’Unione Europea, ai fini dell’accesso e della permanenza nell’unione monetaria.
Il Tasso di Inflazione è la variazione dei prezzi percentuali del PIL reale.
Come è andata negli ultimi anni?
Come si può notare dalla tabella sottostante 3 degli ultimi 11 anni l’inflazione ha eroso i nostri soldi in maniera significativa!
fonte https://www.rivaluta.it/serie-inflazione-media.asp
E allora a chi crede che sia più sicuro tenere i soldi sotto al materasso che dire? Sotto il materasso (che è una metafora per indicare la liquidità dei conti correnti) la “sicurezza” è quella di pagare una tassa occulta che si chiama proprio Inflazione!