10 regole per l’investitore consapevole

REGOLA 1
Pianifica oggi per il tuo domani.
Idee chiare sugli obiettivi da raggiungere.

Chiunque si approccia ad un investimento dovrebbe chiedersi prima di tutto quali sono le priorità/obiettivi che vuole perseguire con il suo denaro, quindi definire quali sono le risorse da destinare a questi obiettivi e quanto tempo ha a disposizione per raggiungere tali obiettivi.

Determinare gli obiettivi finanziari richiede un processo di analisi della situazione economica e patrimoniale individuale e della famiglia, quindi una riflessione sulla capacità di risparmio che si ha rispetto le proprie entrate personali.

Solo dopo aver determinato risorse, vincoli ed obiettivi si può andare a valutare attentamente su quali asset class prendere posizione.

Quindi, la domanda chiave è: i soldi sono un fine o un mezzo?

Sono un mezzo

Il denaro infatti ci permette di raggiungere i nostri obiettivi, ha un suo scopo preciso. Con i soldi per esempio possiamo comprare una piscina e non farci il bagno come faceva Paperon De Paperoni.

Inoltre se abbiamo chiaro l’obiettivo non ci faremo distrarre dagli eventi esterni, qualsiasi essi siano. Il nostro obiettivo è là, a noi visibile e faremo di tutto per raggiungerlo a quel punto. Un po' come se si dovesse partecipare ad una maratona. Serviranno impegno, fatica e molta disciplina per ottenere il risultato che ci siamo prefissi.

Richard H. Thaler è un economista statunitense, noto per i suoi studi e il suo contributo all’economia comportamentale e vincitore del premio Nobel per l’economia nel 2017. Con i suoi sulla “Contabilità Mentale” ha indicato la via sul come affrontare al meglio gli investimenti, non facendosi distrarre sulla via del loro raggiungimento: avere metodo e disciplina, questo è il vero segreto.

Alla base della Contabilità Mentale c’è la suddivisione delle nostre risorse in “conti diversi” e ciascun conto è soggetto a valutazioni separate.

La Contabilità Mentale è l’organizzazione cognitiva, assolutamente soggettiva, del proprio denaro. È il modo in cui il cervello, consapevolmente o inconsapevolmente, considera il denaro in modo diverso a seconda della provenienza o dell’uso a cui è destinato.

Per esempio, potresti avere un conto per uscire a divertirti, un conto per le necessità primarie come cibo, affitto o mutuo e ancora, un conto per un hobby costoso. Di fatto tutte quelle volte in cui hai giustificato lo spendere di più, ad esempio per mangiare in un ristorante costoso invece di recarti a fare la spesa nel negozio di alimentari, hai praticato la Contabilità Mentale.

La Contabilità Mentale è dare un nome ai soldi...

… come facevano i nostri nonni quando usavano il barattolo per conservare i soldi per l’affitto, quello per le risorse per il cibo e quello con il denaro per le spese extra. E se il barattolo per le spese extra, diciamo quelle per il divertimento alla sagra di paese finivano, semplicemente finiva la festa e il divertimento. Ovvero non si andava ad attingere dagli altri barattoli.

Metodo, Discilpina, Tempo.

Questa prima regola insomma ci insegna che un investimento di successo viene attentamente pianificato, in cui sono chiari gli obiettivi finali e con metodo, disciplina e tempo, sicuramente verranno raggiunti (con grande soddisfazione).

REGOLA 2
Mantieni la rotta.
Sapere in quale direzione andare.

L’emotività nelle scelte di investimento è cattiva consigliera soprattutto nei momenti più complessi e ci può portare ad assumere comportamenti non corretti e coerenti con gli obiettivi che ci siamo posti inzialmente.

Quando facciamo un investimento non stiamo facendo una scommessa ma stiamo pianificando il nostro futuro visto che una scommessa ha solo due risultati: vinci o perdi. Solitamente l'intera posta in gioco.

Un investimento è sempre diversificato.

Questa diversificazione è l’asset allocation strategica con cui costruiamo il nostro portafoglio per raggiungere i nostri obiettivi. E non si tratta solo di quante azioni o obbligazioni inseriamo nel nostro portafoglio. Si tratta infatti di quali strumenti utilizzeremo per costruire la nave che ci consentirà di fare quel viaggio che ci porterà al raggiungimento dei nostri obiettivi d'investimento.

Ve la ricordate la prima regola? Obiettivi = date un nome ai vostri soldi. Attuali e futuri.

L’asset allocation strategica infatti non dipende dal momento del mercato corrente ma dai nostri obiettivi di investimento, dall’orizzonte temporale che ci siamo prefissati e dal nostro profilo di rischio.

E se avessimo più obiettivi da raggiungere?

Semplicemente un'asset allocation strategica dedicata ad ogni nostro desiderata.

Esiste l'asset allocation ideale? Di teorie ce ne sono molte, alcune molto affascinanti. Tra queste, ne esiste una che raccomanda di sottrarre a cento il numero dei nostri anni e destinare questa percentuale in azioni. Facciamo un esempio pratico: a vent'anni il nostro portafoglio dovrebbe essere composto dall’80% di azioni e dal 20% di obbligazioni. Quando andremo in pensione (indichiamo per convenzione i sessantacinque anni) dovremmo avere un 35% di azioni e un 65% di obbligazioni.

E' solo un esempio, quello riportato qui sopra e siamo consapevoli che abbia tutta una serie di limitazioni nella sua applicazione.

Infatti non è solo l'età l'unico fattore determinante nel creare un portafoglio strategico. Servono molti altri elementi come il reddito, l’aspettativa di vita, la tolleranza al rischio, solo per citarne alcuni. Investire comunque con un'ottica di lungo periodo che presuppone l'inserimento di una quota importante di azioni in portafoglio.


Uno studio a firma Ibbotson e Kaplan (apparso sul Financial Analyst Journal, nel gennaio del 2001) ha dimostrato che dall’asset allocation strategica dipende circa il 90% delle performance ottenute da un portafoglio. Ne consegue che il market timing (ossia l’entrare e uscire continuamente dal mercato inseguendo massimi e minini) e lo stock picking (ossia la scelta dei titoli) rappresentano solo il 10% dei guadagni.

La ragione è piuttosto semplice, come chiarisce Chris Menon, analista di Morningstar: “anticipare i movimenti di mercato è difficilissimo e nel tentativo di evitare i giorni peggiori si perdono quasi sempre anche quelli migliori”.


Se si perdono i giorni più redditizi, in un dato periodo, la performance complessiva del portafoglio decade in modo evidente. Tali giorni fortunati non sono consecutivi, né prevedibili e cercare di anticipare i punti di svolta dei mercati è impossibile.

Quindi:


Una volta individuata la nostra strategia, dobbiamo mantenerla!

REGOLA 3
Con orizzonte temporale a lungo termine si può considerare un livello di rischio più elevato.

Se non rischi nulla rischi tutto”.

Questa frase, attribuita a Mark Zuckerberg, accende molti spunti su come quotidianamente siamo abituati a vivere. Ogni giorno siamo chiamati a compiere scelte e ad assumerci dei rischi. Anche nelle cose più banali come decidere di alzarsi dal letto, scendere le scale, prendere la macchina per andare al lavoro. Rischiamo in continuazione, senza nemmeno rendercene conto ma lo facciamo perché abbiamo le nostre incombenze ma anche i nostri obiettivi da raggiungere.

Con la gestione del nostro capitale la musica non cambia. Rimanere immobili significa che stiamo davvero proteggendo il nostro capitale? Ovviamente no e se non si è ancora convinti basta ragionare sul periodo attuale che stiamo vivendo. Perché c'è l'inflazione che erode i nostri depositi, le nostre risorse per il futuro.

Nel 2016 sul Sole24Ore il professor Ruggero Bertelli ha lanciato uno studio intitolato: “Valuta quanto puoi resistere allo stress”. Tremila lettori hanno partecipato al questionario sulla propensione al rischio.

Tra i diversi quesiti uno recitava così: ipotizzando un lancio di una monetina, scegli quale delle seguenti situazioni preferisci

Risposta A: 1000 lanci consecutivi se viene testa guadagno 15 € se viene croce perdo 10€

Risposta B: 100 lanci consecutivi se viene testa guadagno 10 € se viene croce perdo 5 €

Risposta C: 10 lanci consecutivi se viene testa guadagno 6 € se viene croce perdo 1 €

Risposta D: 1 solo lancio se viene testa guadagno 5 € se viene croce non perdo alcunché.

Una percentuale molto alta ha indicato la risposta D poiché apparentemente non prevede perdite.

La nostra mente viene infatti catturata dalla parola perdita e immediatamente cerca la soluzione che non la fa accadere. In realtà con la risposta A, in base alla probabilità avremmo la possibilità che escano 500 teste e 500 croci quindi il risultato atteso della risposta A è uguale a circa 2.500 € di guadagno.

Daniel Kahneman, psicologo e vincitore, insieme a Vernon Smith, del Premio Nobel per l’economia nel 2002 («per avere integrato risultati della ricerca psicologica nella scienza economica, specialmente in merito al giudizio umano e alla teoria delle decisioni in condizioni d’incertezza») ha dimostrato che gli esseri umani non riescono a massimizzare il loro benessere perché hanno la  “loss aversion”. Ovvero avversione verso le perdite.

Che cos’è quindi il rischio di un investimento finanziario?

Per definire quanto siamo disposti a rischiare occorre conoscere bene le caratteristiche dei prodotti finanziari sui quali vogliamo investire. Ad esempio, investire in una obbligazione di una società è ben diverso che farlo su un fondo comune di investimento. Investire in una sola società comporta il rischio di perdita totale del capitale se la società stessa dovesse andare in fallimento. Diverso è invece se investiamo in un fondo comune di investimento. Questi tipi di strumenti, infatti, diversificano il capitale in tante società diverse ed è impossibile che tutte le società falliscano contemporaneamente.


Questo rende i fondi un tipo di investimento privo di rischi? No!
Esiste infatti sempre un rischio sistematico o di mercato, ovvero quella naturale ed inevitabile oscillazione del valore del fondo comune del nostro patrimonio nel corso del tempo. Ecco che allora un altro fattore fondamentale da tenere in considerazione è proprio l’orizzonte temporale di investimento.
 Se è vero che per avere maggiore rendimento bisogna rischiare maggiormente è altrettanto vero che allungando l’orizzonte temporale di investimento il rischio diminuisce.


Avere una corretta consapevolezza dell'orizzonte temporale permetterà ai miei investimenti di avere successo.

REGOLA 4
Evitare reazioni emotive per preservare al meglio il proprio investimento.

Bisogna avere paura quando gli altri sono avidi e avere coraggio quando gli altri hanno paura”.

Questa frase di Warren Buffett esprime quanto sia importante il metodo e la disciplina per avere successo negli investimenti finanziari.

Per fare questo bisogna controllare le proprie emozioni poiché esse complicano i processi decisionali, spesso in periodi di difficoltà.


Considerando l’esperimento della moneta presentato nella regola 3: quanto sareste in grado di resistere allo stress?

Nella condizione “A” 1000 lanci, avere metodo e disciplina significa fare tutti e 1000 i lanci. Anche se dopo i primi 100 siamo in perdita. Come abbiamo detto precedentemente, alla base ci deve essere la chiara consapevolezza che alla fine dei 1000 lanci i risultati saranno in linea con i risultati attesi in partenza.

La paura di perdere soldi fa effettivamente perdere soldi.


 Avere metodo e disciplina significa anche, una volta pianificato i possibili scenari di investimento, comportarsi ed operare come da copione e non commettere errori fuori programma.

Una volta stilata una pianificazione e assunta la consapevolezza dei nostri obiettivi di investimento occorre, come dice l’economista Benjamin Graham:

rimanere indifferenti rispetto alle fluttuazioni di mercato poiché sappiamo che fanno parte del piano di investimento a lungo termine. Ciò vuol dire che se il nostro investimento oggi oscilla intorno a 100, magari fra 10 anni oscillerà intorno a 200”.

REGOLA 5
Le correzioni di mercato sono opportunità per l’investitore di lungo periodo.

I drawdown (ossia la differenza tra il picco di un mercato e il suo successivo calo) sono i benvenuti per un investitore di lungo periodo visto che a questi cali sono sempre seguiti dei rimbalzi (ossia dei recuperi) molto importanti.

Quando c'è una flessione di mercato vanno pertanto evitate le vendite dovute all’emotività; piuttosto invece sarebbe bene continuare ad investire anche nei mercati che presentano una flessione.

Le correzioni di mercato fanno parte del “gioco”.

Ma se un investitore continua ad entrare ed uscire dal mercato, con decisioni dettate dalla paura o dall'irrazionalità, il rischio sarà quello di trovarsi con il cerino in mano. Perdere anche solo qualche giorno di rialzo può essere deleterio, come abbiamo visto nelle regole precedenti.

L’approccio mentale è fondamentale.

Quando siamo preparati alla comparsa di episodi di volatilità, siamo più inclini a reagire razionalmente e a restare concentrati sui nostri obiettivi di lungo termine.

Quindi, quali sono i comportamenti da tenere?

Non devo uscire dal mercato se ho minusvalenze da recuperare perché mi precludo la possibilità di recuperarle;

Devo investire progressivamente mentre i prezzi scendono, perché in questo modo riuscirò ad abbreviare i tempi di recupero e a migliorare la performance del mio investimento.

REGOLA 6
La volatilità è essenziale per produrre rendimento sui mercati

I mercati azionari oscillano, tentennano traballano mentre nel tempo salgono

questa è una delle frasi più conosciute del Professore Ruggero Bertelli.

La volatilità non ci deve spaventare perché è normale che i mercati finanziari abbiano delle oscillazioni. Nelle oscillazioni, rimanendo investiti e oscillando insieme a loro, otterremo nel tempo risultati via via maggiori.

Quello che non dobbiamo fare è non guardare la volatilità di breve periodo ma il valore di quello strumento finanziario nel tempo.

Perché i mercati sono così volatili? Perché sono bombardati da notizie, talvolta contraddittorie, e sono immersi in tutto quello che è il mondo di oggi: economia, finanza, politica, geopolitica, un mix alle volte davvero esplosivo.

E devono “fare prezzo” tutti i giorni, quindi scontano in bene o in male le notizie che arrivano da tutto il mondo.

Sappiamo però che la volatilità è una parte centrale nella produzione del rendimento; senza questa caratteristica non ci sarebbe nemmeno credibilità sui mercati.

REGOLA 7
Alla lunga vince il toro. 


Questa è una regola che si basa sullo studio del comportamento delle azioni nel tempo. Uno dei maggiori studiosi di questo argomento è stato l’americano Jeremy J. Siegel, che nel suo libro intitolato “Stocks for the long run” (Azioni per il lungo periodo), mette a confronto dal 1802 in poi azioni, obbligazioni, investimenti a breve termine, oro e l’investimento nella valuta americana ovvero il dollaro.

Questo studio rivela che le azioni nel lungo periodo, generano rendimenti molto più alti di qualunque altra forma di investimento anche se sono caratterizzate da periodiche fasi di correzione.

Come scritto per le precedenti regole ogni fase di correzione, corrisponde una fase più ampia di crescita e il risultato di questo andamento è il prodotto di un rendimento a lungo termine: per le azioni è il doppio rispetto alle obbligazioni.

Perché le azioni hanno rendimenti maggiori di altri strumenti di investimento? Le azioni rappresentano il prodotto interno lordo del paese o meglio rappresentano la capacità dell’economia di generare prodotto interno lordo. Questi strumenti infatti rappresentano le quote della proprietà di una società per azioni. Se consideriamo l’andamento di lungo termine del prodotto interno lordo americano in termini nominali (quindi compresa l’inflazione) e lo confrontiamo con l’indice S&P500 (ovvero l’insieme delle 500 più grandi imprese americane) si potrà osservare che esiste un andamento diretto o un “trend” di fondo che conduce il mercato a salire.

Ovviamente la volatilità sarà sempre presente ma con il trascorrere degli anni, il mercato tende progressivamente a salire anche in termini nominali, ossia proteggendo l’investimento dall’inflazione. Aspetto interessante: lo stesso trend accade anche per i paesi emergenti.

La forza dell’economia determina la crescita di lungo termine delle azioni proteggendo anche dall'inflazione.

REGOLA 8

I piani di accumulo aiutano a perseguire gli obiettivi di investimento con metodo e sistematicità

Passo dopo passo. Non conosco altra maniera per raggiungere i successi.”
(Michael Jordan)

È possibile applicare lo stesso principio ai nostri investimenti finanziari? Come raggiungere passo dopo passo i nostri obiettivi?

L’economista ed imprenditore statunitense Benjamin Graham definisce l’operazione di investimento come un’operazione che promette rimborso del capitale ed un soddisfacente rendimento.

Investire e speculare sono due azioni diametralmente opposte.

L’investitore infatti è colui che attende pazientemente e segue un piano ben stabilito. Secondo Graham allora è bene dotarsi di “armi mentali” che rendano immuni rispetto alle condizioni di mercato. Operare con prudenza, rimanere indifferenti rispetto alle fluttuazioni di mercato, attuare strategie precise possono salvare il rendimento del nostro portafoglio.


Queste strategie sono chiamate dallo statunitense come “formula investment” e fondano sull’assunto che esistano comportamenti automatici atti a frenare le emozioni.
La più nota è il “Dollar cost averaging” ossia il progressivo investimento periodico di un importo predeterminato. È chiamato anche “piano di accumulo” (PAC).

Se si volesse risparmiare tutti i mesi, qual sarebbe la cosa più logica da fare? Investire tutti i mesi! È importante capire che quando risparmiamo, noi lavoriamo per i soldi mentre quando facciamo un investimento, sono i soldi che lavorano per noi.


REGOLA 9
Verificare e controllare

Tutto dovrebbe essere semplice ma non troppo semplice. Attenzione e rispetto. contro le truffe, per la massima sicurezza dei nostri risparmi

I nostri soldi contengono emozioni e sono in un certo senso la nostra vita; i nostri soldi meritano rispetto perché sono essenziali per gli obiettivi della nostra vita.

Quando scegliamo una controparte che custodisce e investe i nostri soldi questa parte deve essere al di sopra di ogni sospetto, controllate e vigilate, nel nostro interesse, il che aumenta i costi, ma tali costi li possiamo sostenere per aumentare la nostra sicurezza.

Anche noi dobbiamo dare rispetto e non ricercare scorciatoie, non c’è nulla di magico. Non si possono saltare tappe e raggiungere risultati eccezionali in poco tempo.

Se la Strada che scegliamo è quella di depositare soldi in banca, ricordardiamoci che, anche se inizialmente sono soldi nostri, loro diventano di proprietà della banca, per cui scegliamo una controparte solida che non ci dia problemi. Non cerchiamo per forza solo i rendimenti alti, ma affidabilità, reputazione e solidità per custodire adeguatamente i nostri averi.

Nel caso invece degli investimenti le risorse sono “riserve” per obiettivi futuri, e la protezione deve essere massima. In questo caso la ricerca di rendimenti più alti è un punto fondamentale nella scelta, oltre che le sopracitate affidabilità e solidità.

Scegliamo quindi la separazione patrimoniale, soprattutto nel lungo termine: ciò che ci protegge dai creditori e dai fallimenti dell’intermediario. custodendo il denaro in un conto separato, cioè il RISPARMIO GESTITO. Fondi di investimento, polizze unit linked, gestioni patrimoniali, SICAV… Hanno le caratteristiche fondamentali: Autonomia, sicurezza (controllo UE), trasparenza e diversificazione (non potranno i nostri averi mai essere soggetto a rischio di default perché dovrebbero fallire allo stesso momento tutte le componenti del portafoglio, la diversificazione è una protezione UNICA)

REGOLA 10
Un sostegno costante

“Quando siamo in incertezza commettiamo sistematicamente errori”. Kahneman

Il nostro cervello cataloga in modo semplice e di conseguenza prendiamo decisioni di comodo. Diamo moltissimo peso alle informazioni “vicine” (parenti, amici, conoscenti) piuttosto che professionisti del campo, esperti o consulenti.

Ci aggrappiamo a singoli dettagli che ci piacciono, BIAS, scorciatoie mentali.

Se chiediamo alle persone di essere esperti in ogni materia non è fattibile.

Non serve studiare finanzia, ma ci serve essere consapevoli per farci suggerire e scegliere il comportamento più corretto per noi. Perchè la realtà è fatta di punti di vista differenti e i punti di vista danno realtà diverse.

Quello che vediamo non è esattamente quello che è. Abbiamo bisogno di qualcuno che ci aiuti a definire obiettivi e risorse, pianificare, mantenere metodo, gestire le emozioni e cogliere le opportunità che non riusciamo a vedere.

Il Consulente è la persona che ci consente di fare le scelte corrette per noi.

La non consulenza COSTA, la consulenza VALE

Ma dove trovare i consulenti VERI?

Nell’ALBO UNICO DEI CONSULENTI finanziari liberamente consultabile per verificare l’appartenenza.

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Fondo Pensione o PAC: quale scegliere?