Una tazzina di caffè

“...spaghetti, pollo, insalatina e una tazzina di caffè…”

cantava Fred Buongusto nel maggio del 1967. C’erano ancora le Lire, l’Italia era in pieno boom economico è il caffè era già diventato una bevanda di (quasi) prima necessità.

Sono passati parecchi anni da allora, il Miracolo Italiano è ormai solo un ricordo, le Lire sono state sostituite dagli Euro ma soprattutto, il caffè è esploso in termini di prezzo. Non sono infatti così lontani i tempi in cui un espresso al bar, servito al bancone, costasse intorno agli ottanta centesimi (di euro).

Da allora una tazzina, o meglio, il costo della materia prima è enormemente rincarato e qui vedremo le principali ragioni del perché sia accaduto. Al momento di scrivere questo articolo, la stessa tazzina di qualche anno fa, sempre servita al bancone, ha raggiunto (mediamente) il prezzo di 1,50 euro.

Quali sono state le cause di questi incrementi?

Prima di tutto c’è da considerare l’inflazione: elemento pernicioso che tocca tutti i beni e i servizi di cui beneficiamo nel corso della nostra vita di consumatori. Il costo della vita aumenta e molte volte i redditi delle famiglie non si adeguano ai nuovi valori (nella maggior parte dei casi ristagnano su vecchi valori retributivi) con la conseguenza che quel sorso di caffè diventa particolarmente amaro. Se analizziamo solo l’ultimo triennio il costo del caffè è aumentato del 15% (e la tendenza è quella di una continua crescita futura).

Il cosiddetto caffè verde, quindi andiamo diretti sulla materia prima, dal 2021 al 2025 è QUADRUPLICATO. Alcuni dati:

2015-2021 > 1-1,3 $ per libbra*
2021- 2024> 2,5 $ per libbra
Feb 2025 > 4,3 $ per libbra
(*1 libbra=456,7 g)

Oltre all’inflazione è stato il cambiamento climatico a innalzare i prezzi: meteo avverso, piogge torrenziali e siccità hanno colpito i principali Paesi (Brasile e Vietnam) dove il caffè viene raccolto e prodotto.

In aggiunta, le tensioni geopolitiche e in particolare i transiti delle merci attraverso il Canale di Suez, nel 2024 hanno subito una forte flessione a causa della situazione nel Mar Rosso. Il traffico navale infatti è diminuito del 50% rispetto al 2023 e le rotte alternative che prevedono la circumnavigazione dell’Africa prevedono circa una ventina di giorni in più di navigazione con evidenti riflessi poi su ritardi e scarsità di prodotto. La conseguenza è l’aumento del prezzo del bene.

In questo stesso periodo i costi di energia, trasporto (appunto) e imballaggio sono letteralmente esplosi.

Vogliamo aggiungere ancora le speculazioni che si possono fare direttamente su questa materia prima che, come tante altre e non solo agricole (si pensi all’oro, all’argento, alle “terre rare” di nuova tendenza), si può negoziare attraverso future o derivati direttamente sui mercati finanziari (nel grafico, l’andamento degli ultimi cinque anni):


Questi sono i fattori che hanno portato il caffè a pesare sempre di più nelle tasche degli italiani. Paese, l’Italia, dove sono presenti molte aziende di torrefazione e lavorazione sempre più attente ai loro margini operativi con conseguenze dirette per le migliaia di persone impiegate in questo settore.

A essere sinceri, Fred Buongusto per quella tazzina di caffè, si riferiva a Detroit ma che sia l’America o l’Italia, il caffè è diventato sempre più caro.

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