Effetto gregge e Overconfidence
Come abbiamo visto nel precedente articolo, il nostro cervello, nel tentativo di far fronte alle quotidiane decisioni da prendere, si avvale di scorciatoie cognitive che portano a conclusioni rapide. Abbiamo visto che esistono spesso portano a scelte inefficaci, formulate su idee pregiudizievoli, basate su esperienza personale e dettate prevalentemente da emozioni, paure e desideri.
Sicuramente una buona educazione finanziaria potrebbe preparare l’investitore a combattere atteggiamenti che, sovente, si commettono nelle operazioni finanziarie. Tuttavia, essendo l’Italia uno dei paesi con una bassa educazione finanziaria ed economica è bene fare riferimento ad un professionista, che, con una consulenza, può aiutare nell’analisi di bisogni e scelte.
L’overconfidence affligge solitamente clienti e investitori con conoscenze medio-buone in materia finanziaria, l’effetto gregge è tipico del risparmiatore profano, scarsamente educato su concetti come quello di apprezzamento temporale e di pianificazione per obiettivi.
Uno dei più noti bias cognitivi che caratterizzano l’atteggiamento dell’investitore medio in campo finanziario: l’Overconfidence (letteralmente fiducia eccessiva in se stessi)
Spesso nelle decisioni quotidiane le persone tendono ad avere eccessiva fiducia nelle proprie capacità; è infatti comune pensare di possedere caratteristiche e competenze sufficienti per confrontarsi con successo con le situazioni che si affrontano, senza valutare attentamente se le competenze tecniche e fondamentali possedute siano effettivamente all’altezza della situazione.
La tendenza a ritenersi al di sopra della media porta a due inevitabili conseguenze: l’assunzione di un rischio eccessivo e alla limitazione della volontà nell’arricchire ed ampliare la propria conoscenza in materia.
La sovrastima delle proprie capacità può illudere di aver individuato tra tutti gli strumenti presenti sul mercato, gli investimenti migliori, credendo di poter prevedere l’andamento del prezzo o il momento in cui è opportuno agire (errore di market timing), assumendosi rischi eccessivi rispetto a quelli prefissati.
Molto spesso il cliente che si informa e che ha piacere di interessarsi alle dinamiche finanziarie tende a pensare di possedere già le risposte e le conoscenze sufficienti per ottenere risultati di successo, anche in condizioni di mercato complesse.
Capita spesso che molti clienti “affetti da overconfidence” e quindi convinti delle loro conoscenze, portino come fonte attendibile il caso del “cugino” che in questo momento sta “performando" con le azioni dell’azienda X. Non è così semplice: quando ha iniziato ad investire il cugino? Qual è il suo orizzonte temporale? Possiede solamente quelle azioni o ha una strategia che gli permette di essere tutelato in tutte le situazioni di mercato? le variabili sono molte e necessitano di attenta supervisione. Domande di questo tipo sono alla base della consulenza con un professionista
Rimedi e soluzioni al bias dell’overconfidence
Il corretto atteggiamento sarebbe quello di instaurare con un professionista un dialogo costruttivo, che permetta di far emergere dubbi, obiettivi e desideri del percorso di investimento. Un dialogo aperto con un consulente permette al cliente di notare, in maniera più analitica e obiettiva rispetto al contesto, ascoltando punto di vista di un professionista che lavora nel quotidiano con le dinamiche del mercato e che fonda la sua esperienza su un ampio palmares di casi differenti.
Per far fronte alle variabili spesso si utilizza il concetto di “diversificazione del rischio”. Distribuendo cioè il capitale da investire su più aree e settori. Questo permette di non essere esposti sistematicamente a investimenti tra loro correlati positivamente. Detto in parole semplici vuol dire distribuire il rischio che comporta l’investimento su strumenti differenti tra loro così da compensare eventuali perdite qualora un determinato settore dovesse avere un andamento decrescente.
L’effetto gregge è quel bias che porta le persone ad assecondare il trend di mercato, acquistando quando i prezzi sono già molto elevati (rischiando di comprare in prossimità dei massimi), oppure accorgersi di un’inversione di tendenza quando ormai le valutazioni hanno già iniziato a perdere terreno (finendo per vendere sui minimi), con effetti disastrosi per i propri portafogli.
Si realizza quando le persone razionalizzano un’azione basandosi esclusivamente sul fatto che molte altre persone stanno facendo lo stesso. Potremmo considerare questo comportamento come l’istinto del branco, dove si presuppone che a monte vi sia un leader e che chi lo sta seguendo abbia già valutato la situazione e ritenuto quella scelta la migliore.
Nell’ambito finanziario, questo errore comportamentale è il principale imputato di alcune delle più grandi bolle finanziarie della storia. La prima documentata è proprio la bolla dei tulipani nel 1600.
Rimedi e soluzioni all’effetto gregge
Risulta essenziale il confronto con un professionista come il proprio consulente finanziario, il cui obiettivo è l’interesse del cliente e la ragione di quel “non è una buona idea” deriva da una lunga esperienza: potrà riportare sicuramente più esempi, anche recenti, di bolle speculative dove l’effetto gregge ha fatto male ai portafogli degli investitori; trasmettere al proprio cliente le ragioni per cui il semplice “così fan tutti” non sia una scelta vincente.
L’idea di seguire il branco, è un atteggiamento proprio della natura umana: la decisione di seguire la folla deriva infatti, spesso, dal timore di essere esclusi da determinate situazioni o dalla paura di commettere errori maggiori di quelli altrui, quasi come se lo sbagliare tutti assieme facesse meno male.
Per domare questo istinto di “seguire il branco” è bene ricordare che nell’approccio ai mercati finanziari occorre metodo. Ogni operazione di investimento necessita di almeno tre fattori: “disciplina, obiettivi e tempo”. Questi aiutano a ridefinire le proprie priorità e a immedesimarsi meglio nelle scelte di investimento che andrà ad effettuare.
Prima di muoversi bisogna cercare di capire perché tutti si stiano muovendo e a quali rischi ci si espone operando in quella direzione; è bene concentrarsi su quali siano i propri bisogni e considerare anche le potenziali perdite alle quali ci si potrebbe esporre. Anche in questo caso il consulente finanziario è la chiave per aiutarvi nella scelta.