La Donazione: come funziona?

Dopo aver parlato di testamento e trust oggi presentiamo la “donazione in vita” ovvero la classica situazione in cui un padre dona del denaro a un figlio per acquistare la casa; oppure dona una immobile.

Ieri è venuta nel nostro studio Francesco, nostro cliente da diverso tempo. Francesco ha due figli: Marco e Giovanna. Marco si è da poco sposato e ha chiesto al padre un contributo economico per acquistare la prima casa. Giovanna sta finendo gli studi universitari e vive ancora a casa dei genitori.

Francesco vuole aiutare il figlio e durante il nostro periodico appuntamento di monitoraggio del portafoglio chiede come poter trasferire questa cifra in denaro a Marco e, nello stesso tempo, mi domanda di poter equilibrare questo “regalo” anche nei confronti di Giovanna.

Una situazione che capita spesso.

Quindi, come posso donare del denaro ad un figlio?

Chi vuole donare somme di denaro importanti non può farlo mediante un semplice bonifico o assegno bancario ma, al contrario, deve stipulare un atto pubblico dinanzi al notaio, si tratta di DONAZIONE DIRETTA alla presenza di due testimoni, e pagare le relative imposte di successione, questo però se viene superata la franchigia di 1.000.000€ nel caso di figli o eredi diretti.

Quindi, è possibile donare denaro senza andare dal Notaio?

Secondo la Cassazione a Sezioni Unite (Cass. S.U. sent. n. 18725 del 27.07.2017), il bonifico di denaro sul conto corrente a titolo di DONAZIONE INDIRETTA non richiede il notaio, anche se si tratta di importi rilevanti, sempre nel rispetto della legge sulle imposte di successione, ma ciò solo a condizione che:

  • il bonifico sia fatto in vista dell’acquisto di un bene da parte del donatario (DONAZIONE INDIRETTA);

  • sull’atto di acquisto del bene si specifichi che il prezzo viene pagato non dall’acquirente ma da un’altra persona, il donante;

  • si specifichi sempre, nell’atto di acquisto, che il denaro messo a disposizione da chi paga è a titolo di donazione, ovvero è privo di interessi.

 In tutte queste ultime ipotesi si parla di “donazione indiretta ”, in quanto non c’è un “passaggio” diretto di denaro o di titoli al figlio. Un esempio classico è quando i genitori pagano al venditore il prezzo dell’appartamento che il figlio si intesta o quando fanno un finanziamento al figlio per consentirgli di pagare il prezzo di un bene. In questi casi i genitori non effettuano delle donazioni di denaro al figlio, ma pagano il prezzo al venditore (obbligo che grava sul compratore figlio) o fanno un finanziamento al figlio rinunciando alla restituzione della somma prestata. È evidente quindi l’arricchimento o il vantaggio economico del figlio che viene ottenuto utilizzando strumenti diversi dalla donazione.

La “ donazione indiretta ” è a forma libera, cioè non è necessario l’atto pubblico notarile, ma è sufficiente la scrittura privata. Tuttavia, ai fini di stabilire se ci sia stata lesione di legittima per calcolare cioè la quota ereditaria minima spettante al legittimario (figlio e coniuge) si tiene conto delle donazioni dirette e indirette (art. 809 c.c.).

Quanto ci costa donare ad un figlio? (Calcolo Della Base Imponibile dell’imposta di donazione).

L’imposta sulle donazioni si applica con aliquote determinate sulla base del rapporto di parentela o affinità esistente tra il donante ed il donatario. Inoltre, sono previste specifiche franchigie al di sotto delle quali l’imposta non è dovuta.
In particolare, l’imposta è dovuta:

  1. Con l’aliquota del 4%, superata la franchigia di 1 milione di euro, sul valore complessivo netto dei beni trasferiti al coniuge e ai parenti in linea retta;

  2. Con l’aliquota del 6%, superata la franchigia di 100.000 euro, sul valore complessivo netto dei beni trasferiti al fratello ed alla sorella;

  3. Con l’aliquota del 6%, senza franchigia, sul valore complessivo netto dei beni trasferiti a favore degli altri parenti fino al quarto grado e degli affini in linea retta, nonché degli affini in linea collaterale fino al terzo grado;

  4. Con l’aliquota dell’8%, senza franchigia, sul valore complessivo netto dei beni trasferiti a favore di tutti gli altri soggetti.

Ove il donatario sia portatore di handicap grave ai sensi della Legge n.104/92, si applica una franchigia di 1,5 milioni di euro.

Come donare un immobile al figlio?

Le donazioni di immobili devono essere effettuate mediante atto pubblico davanti al notaio, con la presenza di due testimoni. Entro 30 giorni il notaio provvede alla registrazione dell’atto per via telematica. La registrazione comporta il versamento dell’imposta di registro, pari a 200 euro.

Quanto costa donare un immobile ad un figlio?

Costi e tasse che si devono pagare per la pratica di donazione di casa al figlio sono:

  1. imposta di registro, 200 euro

  2. imposta catastale

  3. 90 euro di diritti di trascrizione

  4. imposta ipotecaria

  5. imposta sulle donazioni, con aliquote variabili (se si supera la franchigia)

  6. 230 euro di imposta di bollo forfettaria

  7. spese per il notaio

    Cosa succede trascorsi 20 anni dalla donazione?

Trascorsi 20 anni dalla donazione, il legittimario che non trovi nel donatario un patrimonio sufficiente a ripristinare la propria quota di legittima, non può avanzare più alcuna pretesa nei confronti di un eventuale terzo cui sia pervenuto il bene dal donatario.

Concludendo, caro Francesco, prima di effettuare atti di natura donativa è importante avvalersi della consulenza di professionisti, al fine di valutare tutte le implicazioni giuridiche e fiscali.

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