Bias di conferma e del senno di poi

Come abbiamo visto negli articoli precedenti, prendendo come fonte il sito della Consob, i bias, sono inganni della nostra mente che ci portano a prendere delle decisioni affrettare e non ben ponderate. Tra questi inganni cui sono anche gli insidiosi Bias di Conferma e Bias del senno del poi.

In psicologia, il bias di conferma è quel bias cognitivo per il quale le persone tendono a muoversi entro un ambito delimitato dalle loro convinzioni acquisite, tentando di ricondurre a tale ambito qualsiasi situazione si trovino a sperimentare.

Le persone mostrano questo pregiudizio quando selezionano le informazioni che supportano le loro opinioni. Questo bias si manifesta quando gli investitori hanno una sorta di preferenza ad accettare informazioni che confermano la loro convinzione finanziaria.

Addirittura tendono ad accettare anche informazioni errate o evidentemente troppo generiche pur di confermare la loro convinzione.

Qualche esempio:

non si investe per convinzione che sia pericoloso e ci si fa influenzare, quindi, dalle crisi di mercato, senza tenere in considerazione le altrettante e più frequenti fasi di crescita dei mercati;

si investe solo in obbligazioni e titoli di stato con la convinzione che siano investimenti che non possano in alcun modo subire perdite o deprezzamento, non considerano che gli Stati possono fallire o, come in questo periodo, i tassi di interesse aumentare e quindi i prezzi diminuire vistosamente.

Quali sono le cause?

Il bias di conferma risponde a diversi scopi individuali:

Economicità cognitiva

L’uomo è letteralmente bombardato da continue informazioni provenienti dall’ambiente che lo circonda. Analizzare con razionalità e logica ogni dato immagazzinato richiederebbe un ingente consumo di risorse, soprattutto in quelle situazioni per le quali la rapidità di risposta è importante. Le ricerche hanno dimostrato che il cervello umano non è in grado di elaborare continuativamente le informazioni secondo i principi logico-formali o le regole statistiche. Il bias di conferma, raccogliendo, interpretando e recuperando le informazioni in modo parziale, consente di elaborare i dati in modo economico e più rapido.

Autostima e identità personale

Confrontarsi con informazioni che contrastano la propria rappresentazione della realtà può indebolire l’autostima e l’identità di una persona. Il bias di conferma consente, invece, di raccogliere e distorcere le informazioni affinché esse siano conformi alle convinzioni personali. Queste, una volta rinforzate, alimentano la propria autostima e saldano l’identità personale di ognuno di noi. Chi non si è mai sentito un po’ esaltato e rassicurato nel poter dire “hai visto che è come dicevo io?

Come gestire il bias di conferma?

Il punto di partenza è sapere che esiste questa forma di distorsione cognitiva e che essa può entrare a far parte del nostro ragionamento.

Il consulente finanziario ti aiuterà a sfruttare le capacità metacognitive, ovvero quelle capacità che permettono di osservare dall’esterno i pensieri, di riconoscerli e di prenderne distacco. Quando ci capiterà di giungere a delle conclusioni o formulare un giudizio, domandiamoci se può esser attivato il bias di conferma, soprattutto se ci imbattiamo in informazioni che non confermano le nostre idee e siamo inclini a scartarle o minimizzarle.

Anche se possiamo nutrire una forte fiducia per le nostre credenze, rimangono sempre delle semplici idee, possono essere errate ed incomplete. Accettare informazioni contrarie non significa demolire e destrutturare la propria identità, ma arricchirla.

I rimedi per l’investitore

Il pregiudizio della conferma porta gli investitori a concentrarsi solo su determinate soluzioni di investimento, determinando quasi sempre una mancanza di diversificazione e un peso di portafoglio eccessivo su quegli asset che incontrano le preferenze e la dimensione del cliente, vale a dire, sovente, il breve termine.

Il principale modo per evitare di incappare nel bias di conferma è fare un lavoro di sintesi del contesto, cercando di riassumere in parole e concetti chiave il bisogno finanziario che si vuole soddisfare e i termini in cui lo si vuole portare a termine. Ad esempio, un investitore avverso al rischio, potrebbe trovare facilmente conferme nel breve termine alla decisione di non investire (la crisi, la guerra, le bolle, la speculazione, l’incertezza…); ma per conseguire un obiettivo di lungo periodo (ad esempio, il pensionamento o l’accantonamento di una parte di patrimonio per un figlio) dovrà trovare il modo di superare i propri paletti, attraverso il supporto di uno specialista della finanza, appunto il suo consulente finanziario.

Imparare a guardare oltre e aprirsi a qualcosa che non si era considerato in precedenza significa allargare le proprie conoscenze e affacciarsi a quelle opportunità che probabilmente già esistevano, ma che fino ad allora erano state trascurate.

A distanza di più di 2000 anni, il “So di non sapere” di Socrate continua ad essere il principio di ragionamento più funzionale e razionale da seguire.

Bias del senno di poi, ovvero la tendenza a pensare che sapevamo cosa sarebbe successo.

Questa trappola mentale, resa famosa addirittura dal Manzoni, che ne I Promessi Sposi fa dire a Don Abbondio: ”Del senno di poi ne sono piene le fosse”, é quella che ci fa dire “Sapevo che sarebbe successo!”, “Non poteva che andare così”, “E pensare che me lo sentivo…” e il tanto adorato: “Te l’avevo detto!”.

Con il senno di poi siamo tutti maestri! Quando guardiamo al passato con gli occhi del presente, la conoscenza attuale distorce la nostra memoria: pensavamo di sapere cosa poteva accadere, quando in realtà non è così e la tendenza ad immaginare che sapevamo cosa sarebbe successo può indurci ad errate deduzioni e farci incolpare per aspetti che non potevamo davvero conoscere.

Dopo che un determinato evento si è verificato, semplicemente questo ci appare più probabile di quanto prima pensavamo che fosse: a posteriori, anche la pandemia da coronavirus può apparirci come un disastro annunciato. Ma come abbiamo\hanno fatto, ci chiediamo ora, a non agire per tempo?

Sia le decisioni insignificanti che quelle importanti vengono influenzate in modo inconscio dai nostri determinati pregiudizi cognitivi.

In psicologia il termine “bias del senno del poi” per la prima volta appare a termine del primo studio sistematico di questa distorsione cognitiva condotto nel 1975 dall’accademico americano Baruch Fischhoff, studioso della comunicazione, che per primo osservò e definì gli aspetti che lo caratterizzano:
la sopravvalutazione dell’effettiva prevedibilità di un evento e l’aspetto di falsificazione del ricordo delle valutazioni effettuate prima dell’evento.
Più recentemente, in seguito ad ulteriori studi, si sono ipotizzati anche “distorsioni della memoria”.

Tali distorsioni cognitive possono verificarsi in tutti quei contesti in cui sono formulate previsioni e relative valutazioni; in generale colpisce non solo singoli individui ma anche aziende, istituzioni, autorità e altre organizzazioni. Il bias entra in gioco anche quando bisogna attribuire responsabilità o colpe.

Questo tipo di bias, inutile a dirlo, è un vero protagonista in finanza proprio quando il mercato scende e ci si pente di non aver preso determinate decisioni prima che l’evento si verificasse.

Ma i mercati finanziari sono sempre caratterizzati da un certo grado di incertezza, proprio perché a remunerare un investimento è anche il rischio che ci si assume.

Pertanto, è impossibile sapere a priori quali siano le scelte che pagheranno di più e di conseguenza non si affronta il futuro cercando la via migliore, ma lo si fa cercando un insieme di vie studiate attraverso diversi parametri finanziari e macroeconomici; quindi, non solo relativi alla storicità delle performance passate. Viene riportato chiaramente su ogni prospetto informativo che “i risultati passati non sono garanzia di quelli futuri”.

In conclusione, il futuro non lo si capisce guardando dallo specchietto retrovisore, il futuro non lo sa proprio nessuno!

Se, quindi, perdere più denaro nel tentativo di non perderlo, significa anche investire per poi pentirsi di continuo, meglio cercare di essere razionali e un po’ fatalisti; ci saranno sempre dei momenti in cui i mercati non premieranno le nostre scelte, quindi meglio accettarlo e investire con metodo, affidandosi a dei professionisti.

Indietro
Indietro

Debiasing

Avanti
Avanti

Home bias o bias della familiarità